Renzi doppia faccia: critica il prelievo forzoso agli insegnanti ma ha fatto lo stesso con i dipendenti comunali
A gennaio 2013 chiesta ai lavoratori di Palazzo Vecchio una restituzione da 100 a 300 euro mensili

Redazione di Firenze
Il rampante Matteo Renzi, superattivo nel ruolo di segretario del PD, nella sua opera di imbonitore borghese ha rivelato appieno la sua doppia faccia sostenendo, in un tweet , che il governo non può chiedere i soldi indietro agli insegnanti. Ma proprio lui a gennaio 2013 ha fatto la stessa cosa con i dipendenti comunali di Firenze ed è stato prontamente smascherato dalla RSU dei lavoratori di Palazzo Vecchio.
Renzi infatti con una lettera di quasi un anno fa ha "messo in mora" i dipendenti comunali per scaricare su di loro l'onere di un presunto danno erariale di decine di milioni di euro causato secondo il ministero delle Finanze dell'allora governo Monti e la Procura della Corte dei Conti, dalla lievitazione, nel corso degli ultimi 10 anni, del fondo per il salario accessorio del Comune di Firenze, da cui sono prelevate indennità, incentivi e altre voci legate ai contratti integrativi (vedi Il Bolscevico n. 6/13).
L'indagine della Corte dei Conti è ancora in corso e se verrà riconosciuto il danno, secondo il neopodestà fiorentino, esso dovrà essere rimborsato effettuando tagli consistenti agli stipendi dei lavoratori da qui al 2028 recuperando circa 3 milioni l’anno per un totale di 46 milioni di euro. Un autentico salasso per migliaia di lavoratori che vedrebbero decurtate dalla busta paga mensile cifre variabili tra i 100 e i 300 euro.
I lavoratori del comune di Firenze sono in lotta da un anno con assemblee e scioperi, e ora gli ascari di Renzi, come la vicesindaco Stefania Saccardi, alzano gli scudi in sua difesa, sostenendo che i "Cobas mentono" e che fra le due vicende non ci sono termini di paragone, ma non possono nascondere che alla prova della pratica Matteo Renzi si è rivelato il sindaco che ha tartassato i dipendenti comunali, azzerato come Marchionne le relazioni sindacali, impegnato a svendere e privatizzare il patrimonio comunale, il più contestato dai dipendenti da decenni, talmente inviso da costringere anche i sindacali confederali e in particolare la CGIL, storicamente dedita alla concertazione con le amministrazioni di "centro-sinistra" a prendere posizione.

15 gennaio 2014